La via Labicana e la stazione di sosta di “AD PICTAS”

La via Labicana era così chiamata perché univa Roma a Labicum, l’attuale Colonna, posta a 15 miglia a sud – est di Roma, poi fu prolungata, a più riprese, fino a congiungersi con la via Latina al Compitum Anagninum (Osteria della Fontana di Anagni).

Le stazioni della Via Labicana erano, secondo l’Itinerario Antonino: ad Quintanas al XV miglio, ad Pictas al XXV miglio (Valle Fredda, presso Labico), Compitum Anagninum al XL miglio (Osteria della Fontana, sotto Anagni) ove si univa alla Latina ed al prolungamento della Prenestina. La Tabula Peutingeriana registrava: ad Quintanas, ad Statuas (S.Cesareo), ad Pactas (per Pictas), ad Bivium (catacomba di S.Ilario, presso Valmontone), Compito Anagnino. L’Anonimo Ravennate, del sec. VII enuncia : Item iuxta ipsam civitatem Gabios est civitas quae dicitur Aguitana (per Ad Quintanas), poi aggiunge le stazioni di Status, Pinas, Bribila (per ad statuas, ad Pictas, ad Bivium), Signium (Segni), Anagnia (Compitum Anagninum); simile è l’indicazione del cosmografo Guido da Pisa, del secolo VIII: iuxta civitatem vero Gabiniium est civitas quae dicitur Aquina, item Status, Pinas (ad Pictas), Bribila, Sigruas, Anagnias.

La terza stazione indicata dalla Tabula Peutingeriana sul percorso delle via Labicana è quella di Ad Pictas. Per la prima volta è citata nel racconto della marcia di Silla su Roma nell’82 a.C. Il punto esatto di collocazione di Ad Pictas è sicuramente coincidente con la località Valle Fredda nel territorio del Comune di Valmontone. Molti autori generalizzano il toponimo del luogo in Colle dei Quadri che, nella realtà, si trova più a nord-ovest oltre l’autostrada Milano Napoli. Nel XVII secolo Holstenio e Nibby localizzarono Ad Pictas al Colle Quadri. Il Ficoroni scrisse appositamente un’opera per dimostrare che a Colle dei Quadri presso Lugnano si trovasse la sede dell’antica Labicum. La località è definita anche “La Cavalla” da Marocco, il quale concordava che da quel luogo fu trasportato il materiale necessario alla costruzione del palazzo Pamphili a Valmontane ma dissentiva sul fatto che quella fosse la vera ubicazione di Labicum.

Nel 1981, il Gruppo Archeologico Toleriense, individuava la presenza di un grande insediamento di cui il nucleo più importante si attestava a Valle Fredda ed il resto a Colle dei Quadri, l’intera area era interessata dal taglio dell’Autostrada Milano Napoli e si trovava immediatamente a sud della Labicana. Ciò che rimane dell’insediamento occupava un’area di circa un chilometro quadrato in cui sono individuabili i resti di almeno cinque strutture in opera cementizia, prive di cortina muraria). Ad est del tratto stradale antico si trovava la struttura semi affiorante di una grande cisterna con volta a botte intonacata in cocciopesto (opus signinum). A sud della via Labicana si incontravano altre due strutture a pianta rettangolare; all’interno della seconda si trovavano una vasca di forma rettangolare impermeabilizzata in cocciopesto e resti di tubuli in terracotta per il trasporto dell’aria calda che farebbero pensare ad un utilizzo, in associazione con la vasca, per una piccola struttura termale. Poco distante dai questi due edifici si trovava una costruzione di dimensioni maggiori, a pianta quadrata, all’interno della quale è stata rinvenuta una soglia di marmo, probabilmente pertinente all’ingresso della stessa. Di un altro edificio affioravano solo brevi tratti di muratura, con testimonianze di pavimenti musivi sui quali, nel tempo sono stati accatastati numerosi blocchi squadrati in tufo.

Nel 2017, grazie all’accordo tra il Comune di Valmontone e lo chef Antonello Colonna. sono state effettuate delle operazioni di ripulitura, che hanno portato alla luce una considerevole porzione di basolato della Via Labicana. Questo percorso è in asse con un breve tratto scoperto poco più a nord, nel 1988, in occasione dei lavori della terza corsia dell’Autostrada Milano Napoli

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